Storia

Le origini di Alberona si fanno risalire a prima dell’anno 1000 ,quando nella sua zona cominciarono ad arrivare i primi esuli calabresi in cerca di un rifugio per sottrarsi alle violente incursioni dei pirati saraceni, che continuamente assalivano le coste della Calabria.

In seguito, quando Federico II conquistò la Puglia nel 1220 alleandosi con i Saraceni creò a Lucera una roccaforte di musulmani e concesse a questi ampi diritti di legnatico nei boschi del territorio di Alberona. Nel 1239, con la confisca dei beni degli ordini cavallereschi operata da Federico II in lotta con il papato, fu avocato il controllo di Alberona sino ad allora esercitato dai Cavalieri templari. Alla morte di Federico II, re Manfredi di Sicilia donò Alberona ad Amelio de Molisio durante una permanenza a Barletta.

Durante la dominazione angioina, nel 1297, Carlo II di Napoli con una lettera ordinò al Capitano di Lucera di far riconoscere il possesso dei Templari su Alberona. Nel 1312, con la soppressione dell’ordine dei cavalieri templari, il feudo di Alberona fu affidato all’ordine cavalleresco dei Cavalieri Ospitalieri, con sede a Barletta, che lo avrebbe controllato fino alla soppressione dei diritti feudali (1806). Alberona si trovò quindi coinvolta in tutte le lotte sanguinose che avvennero nel Regno di Napoli fino al 1418.

Sotto il regno di Alfonso V d’Aragona (1442-1458), furono distrutte molte fortificazioni del Subappennino dauno, e tra queste Alberona, per snidare i rivoltosi che si opponevano alle sue riforme.

Nei secoli XVI e XVII Alberona fu funestata da gravi disagi e calamità a cui si aggiunse l’esosità del fisco del Regno di Napoli, impegnato nelle guerre contro la Francia e i pirati dell’Adriatico. Negli anni successivi, a causa dei frequenti conflitti tra gli ordini religiosi cavallereschi e il potere clericale, Alberona passò da una giurisdizione vescovile all’altra finché monsignor Pisanelli scomunicò gli alberonesi.

La peste del 1656 causò 384 morti tra il 9 agosto e il 10 novembre; i cadaveri furono sepolti nelle fosse funerarie delle 4 chiese esistenti all’epoca e nel suolo antistante la chiesa parrocchiale.

Nel 1808 ebbe termine la lunga e benefica presenza dei Cavalieri di Malta ad Alberona. Con la fine del regno murattiano di Napoli, il brigantaggio dilagante provocò ad Alberona 66 vittime. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia «la questione ecclesiastica» che ha travagliato la vita di Alberona per molto tempo si è risolta prima col passaggio alla diocesi di Vulturara e poi a quella di Diocesi di Lucera-Troia.

A partire dalla fine del XIX secolo e per tutto il Novecento Alberona è stata interessata da un intenso fenomeno migratorio, tanto verso le Americhe (Stati Uniti, Brasile e Venezuela) e Australia quanto verso l’Italia Settentrionale e i comuni del Tavoliere e Napoli. La popolazione, che nel 1881 superava i 4.000 abitanti, oggi ammonta a meno di un migliaio di unità; una diminuzione così accentuata è stata determinata, oltre che dall’inarrestabile emigrazione, anche da un sensibile calo della natalità.

Monumenti e luoghi d’interesse

L’abitato è costituito prevalentemente da caratteristiche case in sassi, pietra bianca o in muratura. Il principale monumento del borgo è la Torre del Priore, appartenuta prima ai Cavalieri templari e divenuta nel XIV secolo residenza del Gran Priore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta di Barletta, quando si trasferiva nel suo feudo di Alberona. Nel 2002 è stata donata a Italia Nostra che ne ha fatto la propria sede.

Gli altri monumenti includono la chiesa di San Rocco (XVI secolo), la chiesa Madre di fondazione più antica, il Museum Antiquarium, l’Arco dei Mille, le caratteristiche stradine e i vicoli del centro storico.

Nel territorio comunale è possibile compiere escursioni lungo i sentieri che tagliano il bosco del Subappennino e raggiungono il canale dei Tigli, il parco eolico in direzione di Volturino, il Crocione, il monte Cornacchia (la vetta più elevata della Puglia) in direzione di Roseto Valfortore.